Autismo a scuola: creare un ambiente inclusivo per valorizzare ogni studente

La scuola è chiamata a essere un luogo di crescita per tutti, un ambiente dove ogni studente, inclusi quelli con Disturbo dello Spettro dell'Autismo (ASD), possa sentirsi accolto e sostenuto. L'autismo a scuola non deve essere visto come un ostacolo, ma come un'opportunità per sviluppare pratiche educative innovative e inclusive. Questo articolo approfondisce le strategie essenziali per supportare al meglio gli studenti con autismo, esaminando l'importanza di una didattica specializzata, la collaborazione tra insegnanti, famiglie e specialisti, e la creazione di un contesto di apprendimento positivo che valorizzi le differenze e promuova il successo di ogni alunno.

Sommario

Autismo a scuola: verso una scuola inclusiva

bamini che si danno il cinque in un contesto scolastico

La scuola è una comunità educante in cui ognuno opera nella diversità dei propri ruoli per garantire la realizzazione del diritto allo studio e per sviluppare le potenzialità di ciascuno. Per supportare gli studenti con autismo, una scuola inclusiva deve saper accogliere tutte le differenze e, per definirla, non basta considerare unicamente le buone prassi che si riferiscono all’implementazione della didattica, bensì bisogna necessariamente considerare l’intero ambiente di apprendimento e prendere in esame i vari contesti (fisico, organizzativo e relazionale). Una scuola accogliente che adotta una didattica inclusiva valorizza la persona e ne garantisce la formazione integrale, nel pieno rispetto delle diversità rispondendo ai bisogni educativi specifici di ognuno al fine di favorire e accrescerne la consapevolezza mirata a una preparazione che ricorra a una prospettiva bio-psico-sociale basata sul progetto di vita. Questo deve essere elaborato in modo critico e proattivo, come sistema strutturato e coordinato di interventi alla cui base si pone l’orientamento che inizia sin dalla scuola dell’infanzia, quale sostegno e fiducia, favorendo anche il superamento delle difficoltà presenti nel processo di apprendimento. Come recitano le Linee guida per l’orientamento emanate dal MIM con decreto n. 328 del 22 dicembre 2022, “l’orientamento è un processo sistematico, non episodico, volto a facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo, occupazionale, sociale culturale ed economico di riferimento, delle strategie messe in atto per relazionarsi ed interagire in tali realtà, al fine di favorire la maturazione e lo sviluppo delle competenze necessarie per poter definire o ridefinire autonomamente obiettivi personali e professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita e sostenere le scelte relative”. In particolare, per promuovere l’inclusione degli studenti con autismo a scuola (ASD, dall’inglese Autism Spectrum Disorders), tre sono le componenti indispensabili:

  • conoscere l’ASD in generale;
  • conoscere le peculiarità specifiche dell’allievo con autismo con cui si lavora riconoscendo che ci sono differenze individuali dovute alle singole caratteristiche della personalità dell’allievo con ASD che, come tutti noi, ha una sua unicità che esiste al di là di sintomi ed etichette diagnostiche;
  • fare riferimento a una didattica speciale di qualità, che si fondi sulle conoscenze scientifiche considerando i punti che accomunano i vari approcci esaminando criticamente la validità di tecniche e strategie prima di metterle in atto, con la consapevolezza che non esistono “ricette” per affrontare l’ASD.

Il Disturbo dello Spettro dell’Autismo

docente che consola una bambina a scuola

Si tratta di una neurodiversità definita da sindromi che sono espressione di una variazione nel modo di essere, di apprendere e di pensare. Quando si affronta l'autismo a scuola, è fondamentale comprendere come la diagnosi di autismo, secondo il DSM 5, sia definita in termini di una diade sintomatologica:

  • deficit nell’area della comunicazione sociale che comprende il deficit nella comunicazione (riguardante il linguaggio verbale e la comunicazione non verbale) e il deficit sociale (concernente la capacità di avviare un’interazione sociale e quella di rispondere all’iniziativa di un altro;
  • deficit di immaginazione (che riguarda il repertorio ristretto di attività e interessi e comportamenti ripetitivi e stereotipati).

Per gestire l'autismo a scuola, è utile sapere che, in riferimento ai due domini della diagnosi (comunicazione e interazione sociale; interessi e comportamenti ripetitivi), vengono definiti tre livelli di autismo, che offrono maggiore chiarezza sulla diagnosi in termini di necessità di supporto e di inferenza nel funzionamento dell’allievo:

  • livello 1 (lieve) – richiede supporto
  • livello 2 (moderato) – richiede un supporto sostanziale
  • livello 3 (severo) – richiede un supporto molto sostanziale.

Accanto alla costellazione di sintomi inquadrata nella diade sintomatologica, si possono aggiungere altre manifestazioni cliniche quali: ansia, anomalie sensoriale, deficit delle funzioni esecutive, anomalie dell’attenzione. Lo Spettro del Disturbo dell’Autismo riflette una realtà composita caratterizzata da profili di sviluppo e comportamenti diversi che richiedono grande flessibilità e un approccio individualizzato nell’applicazione delle strategie di interventi didattico-educativi.

L’alleanza nell'autismo a scuola: un contributo determinante per il successo dei percorsi di apprendimento

L’alleanza è un aspetto che si deve costruire prestando attenzione ai contributi di tutte le persone che, a vario titolo, ruotano intorno all’allievo con ASD. Nel contesto dell'autismo a scuola, è fondamentale la qualità delle interazioni fra tutti gli attori protagonisti: famiglia, servizi socio-sanitari, enti e associazioni.

 L’atteggiamento deve essere avalutativo, non radicalizzato, di ascolto attivo che porti al processo di immedesimazione di ciascuna parte a cui è richiesto di esplicitare il proprio punto di vista. Per rendere l’esperienza didattico-educativa significativa e motivante è necessario comprendere come viene letta la realtà dall’allievo con autismo, anche attraverso la conoscenza delle sue abitudini e routine giornaliere, capire come si orienta, come percepisce i rumori, che peso hanno gli stimoli attorno a lui, cosa lo potrebbe far andare in ansia e cosa potenzialmente potrebbe innescare e/o generare comportamenti problematici.

È importante conoscere la quotidianità nella sua interezza e, pensando alla costruzione di un’azione educativa didattica efficace, dobbiamo considerare prima di tutto la famiglia, come risorsa in qualità, in quanto “soggetto” che ha affinato strategie efficaci di intervento validate dall’esperienza esercitata nel quotidiano.

Determinante è anche la collaborazione con i servizi specialistici territoriali che permette di raccordare gli interventi relativi ai vari contesti di vita dell’allievo con ASD portando alla condivisione di una filosofia progettuale di fondo. Un ruolo importante è rivestito anche dalle figure educative che hanno la possibilità di osservare gli allievi in contesti ecologici.

L’allievo resta comunque il fulcro dell’azione educativo-didattica, e per supportare l'autismo a scuola è importante captare i bisogni, desideri e aspettative e a lui l’ascolto (che è già contemplato per la scuola secondaria di secondo grado e che riveste un ruolo determinante soprattutto nel triennio finale per l’attivazione dei PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) dovrebbe essere diretto fin dalla scuola dell’infanzia affinché possa sviluppare una maggiore consapevolezza di sé per identificare i suoi desideri, interessi e aspirazioni mirando così al potenziamento di autodeterminazione e autorappresentanza.

L’organizzazione dell’ambiente di apprendimento

bambini seduti in cerchio intorno a na docente

Affinché la frequenza scolastica risulti significativa e gratificante, per favorire l’apprendimento e attenuare l’insorgenza di eventuali comportamenti problema, è necessario organizzare adeguatamente i tempi, gli ambienti di lavoro, i materiali, il personale (che deve seguire un aggiornamento professionale continuo) con lo scopo di mettere l’allievo con autismo in condizioni di prevedere cosa accadrà, di comprende ciò che succede intorno e quanto ci aspettiamo da lui. Per supportare l'autismo a scuola, è improntare adattare in anticipo i luoghi di frequenza dell’allievo con ASD (classe comune, aula per le attività personalizzate, aula informatica, laboratorio, …) di modo che gli stessi vengano preparati adeguatamente sin dal primo ingresso nell’istituto scolastico. Alle pareti meglio che non ci siano distrattori ed è utile appendere ciò che visivamente è importante per l’allievo con autismo (bacheca delle comunicazioni, calendario scolastico giornaliero che aiuta a scandire il tempo scuola e, nel corso dell’anno, cartelloni rappresentativi di lavori a cui ha partecipato attivamente), le aree all’interno della classe (possibile zona di pausa, lo spazio di lavoro) devono essere organizzate in modo visivamente chiaro e distintivo per permettere all’allievo con ASD di avere una visione definita da elementi associati a determinati eventi in modo prevedibile.

L'organizzazione scolastica per l'autismo richiede una pianificazione dettagliata delle attività scolastiche e una adeguata preparazione ad eventi come per esempio uscite didattiche e interventi di esperti esterni. Inoltre sarà necessaria anche una preparazione specifica affinché l’allievo con autismo sia in grado di far fronte agli imprevisti che possono capitare, si pensi per esempio al cambio di personale in caso di assenza di un docente, un educatore o un collaboratore scolastico. La competenza richiesta a chi lavora con allievi con ASD è anche nell’uso della C.A.A. (Comunicazione Aumentativa Alternativa) ovvero la conoscenza di strumenti e forme di comunicazione visiva (oggetti, schemi, flash card, immagini, video…) adeguate al livello di sviluppo dell’allievo con ASD a cui ci rivolgiamo. I supporti visivi facilitano la comunicazione che risulta più concreta e meno simbolica e quindi più accessibile all’allievo che ha difficoltà a rielaborare i simboli astratti su cui si basa la comunicazione verbale.

I materiali usati nell’azione educativo-didattica con l’allievo con ASD devono essere accattivanti, coinvolgenti, autentici, significativi, concreti e devono riguardare, per quanto possibile, il suo vissuto personale. Durante le fasi di lavoro, sarà importante far capire all’allievo con autismo anche la scansione temporale delle attività predisponendo, per esempio, orologi adattati alle esigenze specifiche con una lancetta che si muove fra due immagini che indicano in modo funzionale l’avvio dell’attività (prendo i materiali) e la fine (ripongo i materiali). Possono essere predisposti spazi al lato del banco: nella parte sinistra viene posto tutto ciò che serve per svolgere l’attività e, a compito terminato, il materiale viene collocato nella parte destra; quando la parte sinistra è vuota è comprensibile che il lavoro è ultimato.

Programmazione per l'autismo a scuola: un percorso di collaborazione e condivisione

docente che abbraccia bambini tutti felici

La programmazione, intesa come pianificazione del processo di apprendimento in prospettiva curricolare, deve essere pensata in modo congiunto tra gli insegnanti curricolari e di sostegno e deve essere coordinata con il Piano Educativo Individualizzato (PEI) che, anche grazie all’evoluzione della normativa, riveste un ruolo di centralità nel percorso inclusivo. La sfida è infatti quella di ricercare la massima individualizzazione garantendo l’effettiva inclusione nel gruppo classe. Spesso gli obiettivi dell’allievo con ASD sono molto specifici e funzionali, tali da richiedere una serie di attività differenziate rispetto a quelli della classe. In tal caso, vengono effettuati adattamenti significativi su compiti dello stesso tipo di quelli dei compagni, i contenuti didattici sono modificati, ridotti o illustrati per adattarli alle esigenze specifiche. In tal modo l’allievo con autismo partecipa alla cultura del compito ed è maggiormente motivato nel suo impegno scolastico poiché si percepisce parte integrante della classe potendo seguire l’argomento trattato.

Se l’ambiente della classe comune risulta strutturato e prevede spazi fruibili per tutti gli allievi per lo svolgimento di attività individuali, possiamo prevedere alcune attività all’interno del contesto integrato con l’ottica della promozione dell’individualizzazione pure in ambienti collettivi e comuni. Tuttavia in presenza di particolari condizioni come in caso di accentuata sensibilità sensoriale o se reputiamo importante l’acquisizione di alcuni apprendimenti di base atti a potenziare abilità necessarie per conferire praticabilità alle attività inclusive, è sicuramente consigliato che il lavoro di insegnamento uno a uno venga svolto nell’aula delle attività personalizzate.

Per gestire l'autismo a scuola, le azioni didattiche devono essere realmente applicabili anche pensando a un adattamento che da un lato faciliti l’apprendimento, ma che non imponga un onere sproporzionato secondo il concetto di all’accomodamento ragionevole. Gli obiettivi di intervento devono essere calibrati alle necessità, interessi, punti di forza e di debolezza di ogni allievo con ASD. Oltre ai contenuti di tipo accademico, dobbiamo affrontare gli aspetti chiave della comunicazione, socializzazione, flessibilità e del comportamento adattivo.

Il clima inclusivo in classe: il vantaggio che corre su un doppio binario

Quando la classe è costruita per essere un ambiente accogliente dal punto di vista psicologico, dove c’è rispetto per ognuno e vengono privilegiate forme di collaborazione e di condivisione degli obiettivi, migliora la motivazione all’apprendimento e i risultati sono maggiormente significativi per tutti i componenti. Promuovere negli allievi la capacità di conoscere e controllare le proprie emozioni, saper gestire le proprie relazioni interpersonali, leggere i bisogni degli altri e mettere in atto condotte di aiuto è alla base della possibilità di dare inizio a una reciprocità positiva e solidale, rendendo i compagni un’autentica risorsa per l’allievo con autismo e viceversa.

Per costruire un clima di comunità positivo sono determinanti le strategie cooperative che sviluppano e potenziano lo spirito collaborativo. La costruzione collaborativa enfatizza il ruolo che possono assumere le relazioni tra i pari per favorire gli apprendimenti anche in presenza di un l’allievo con ASD. Il vantaggio corre su un doppio binario. Pensiamo, per esempio, al vantaggio di tipo cognitivo di cui può beneficiare tutta la classe per la scomposizione di compiti complessi in sequenze, o per la predisposizione di un lavoro sui contenuti più semplici affrontati in classe che può essere occasione per attivare un lavoro di riflessione metacognitiva o spunto di innesto per successive attività. Pensiamo a quanto l’attività in cerchio possa incrementare l’attenzione e produrre risposte sociali che includono anche procedure come l’autoregolazione. La corretta ottica da assumere è che l’inclusione non si deve esaurire nel tentativo di creare lezioni e attività come gli altri, quanto piuttosto di offrire la possibilità di fare con gli altri e questo si traduce in vero vantaggio per tutti.

Prospettive future

L'inclusione degli studenti con autismo a scuola richiede un impegno continuo e collaborativo da parte di tutti gli attori coinvolti. Con una programmazione mirata, un ambiente di apprendimento adeguato e una comunicazione aperta tra insegnanti, famiglie e specialisti, è possibile garantire a ogni alunno l'opportunità di crescere e imparare in un contesto che valorizza le diversità e promuove il successo educativo per tutti.

Bibliografia - sitografia

  • Cottini L., Munaro C., Costa F. (2024). Il nuovo PEI su base ICF. Guida alla compilazione. Nuova edizione aggiornata al DI n. 153 del 01/08/2023. Firenze: Giunti
  • Cottini L., Vivanti G. (2022). Autismo e Didattica, Firenze: Giunti
  • Cottini L., Costa F. (2010). L’allievo con autismo nella scuola secondaria. Le prospettive inclusive. In Psicologia e Scuola – Giornale italiano di psicologia dell’educazione e pedagogia sperimentale. Nuova Serie n.11. Firenze: Giunti Scuola
  • Fedeli D. et. Al. (2022). Analisi e documentazione di facilitatori e barriere a scuola: un modello di analisi in ottica ICF, QTimes – webmagazine Anno XIV – n.1, Anicia Editore.
  • Line guida per l’orientamento consultato il 7 agosto 2024