Autismo e Comunicazione: Progetti e Strategie per l'Inclusione Scolastica


A cura di Claudia Munaro

La scuola è chiamata a essere un luogo di crescita per tutti, un ambiente dove ogni studente, inclusi quelli con Disturbo dello Spettro dell'Autismo (ASD), possa sentirsi accolto e sostenuto. L'autismo a scuola non deve essere visto come un ostacolo, ma come un'opportunità per sviluppare pratiche educative innovative e inclusive. Questo articolo approfondisce le strategie essenziali per supportare al meglio gli studenti con autismo, esaminando l'importanza di una didattica specializzata, la collaborazione tra insegnanti, famiglie e specialisti, e la creazione di un contesto di apprendimento positivo che valorizzi le differenze e promuova il successo di ogni alunno.

Sommario

Comunicazione e Autismo

 L’esperienza degli Sportelli Autismo del Veneto e il Progetto nelle Scuole in Ospedale

Bambino seduto a terra con le ginocchia abbracciate, mentre uno specialista prende appunti osservandolo in un ambiente giocoso.

Per le persone con autismo, la comunicazione è un elemento fondamentale che richiede interventi specifici e mirati. Gli Sportelli Autismo del Veneto, insieme al progetto "La Scuola Parlante", propongono approcci educativi innovativi per migliorare le competenze comunicative e promuovere l'inclusione, favorendo modalità di espressione più accessibili ed efficaci.

Comunicare. Un bisogno.

Comunicare agli altri, inizialmente i propri bisogni e successivamente desideri, sogni e aspettative, è una necessità che caratterizza il genere umano fin dalle prime ore di vita.

 L’orientamento preferenziale innato verso gli stimoli sociali che caratterizza il bambino sin dalla nascita è il punto di partenza per lo sviluppo delle abilità di comunicazione e per l’apprendimento della lingua (Vivanti, 2021, p.105).

La comunicazione è, dunque, innata (Chomsky, 1976; 2009) e un filo prezioso che unisce e riunisce tutte le esperienze umane, inclusa la relazione tra autismo e comunicazione.

Bambino seduto a terra con le ginocchia abbracciate, mentre uno specialista prende appunti osservandolo in un ambiente giocoso.

Immaginiamo il risveglio al mattino: quali sono i primi pensieri che formuliamo?

 "Ora mi alzo e mi preparo la colazione”, "Speriamo di riuscire a risolvere il problema di ieri", "Tra poco ho un incontro dove devo presentare una proposta", "Ho bisogno di incontrare una persona cara alla quale confidare i miei pensieri”.

 Questi riflettono bisogni fondamentali condivisi da molte persone.

Edward Deci e Richard Ryan hanno approfondito questo aspetto nella loro Teoria dell'Autodeterminazione (Self-Determination Theory), che esplora la motivazione umana.

La SDT individua tre bisogni psicologici di base fondamentali per la crescita, la motivazione e il benessere di ogni individuo: autonomia, competenza e relazionalità.
Per sentirsi felici e realizzati nella quotidianità, è necessario sentirsi agenti delle proprie azioni e avere il controllo su di esse (autonomia), sentirsi efficaci e capaci di affrontare e gestire compiti e situazioni (competenza) e sentirsi connessi agli altri attraverso relazioni significative (relazionalità) che permettano di ottenere e mantenere un proprio posto sociale nel mondo.

Questi tre bisogni trovano una profonda connessione e una maggiore realizzazione se la comunicazione con l’altro è possibile e funzionale, anche attraverso forme di linguaggio alternative a quello verbale (scritto, iconico, gestuale, gestuale segnato, ecc.).
Non solo ogni bisogno è strettamente legato alla capacità di comunicare, ma viene potenziato e arricchito se la comunicazione è efficace sia dal punto di vista ricettivo che produttivo. Ad esempio, per una persona con disabilità visiva, è fondamentale poter comunicare attraverso il linguaggio Braille; per una persona con disabilità uditiva, è essenziale dialogare utilizzando la LIS – Lingua dei Segni Italiana – o la LIST – Lingua dei Segni Italiana Tattile.

Sentirsi ed essere autonomi, competenti e socialmente connessi nei propri ambienti di vita raggiunge la massima realizzazione quando abbiamo la possibilità e l’opportunità di comunicare con l’altro e all’altro. In tal senso, "autismo e comunicazione" non sono solo interdipendenti, ma fondamentali per raggiungere una piena realizzazione personale.

Comunicare. Un diritto.

L’articolo 21, comma b, della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità dichiara la responsabilità di ciascun membro della società di accettare e facilitare l’uso, da parte delle persone con disabilità, della lingua dei segni, del Braille, delle comunicazioni aumentative e alternative e di ogni altro mezzo, modalità e sistema accessibile di comunicazione di loro scelta (ONU, 2006).

Per le persone con disturbi dello spettro autistico, il diritto alla comunicazione deve essere difeso e promosso in tutti i contesti e a tutte le età. Secondo il DSM-5 (APA, 2014), le persone con autismo mostrano difficoltà, con variazioni di modalità e intensità espressive, in due dimensioni o domini: deficit nella comunicazione sociale e nell'interazione sociale e comportamenti ristretti e ripetitivi, interessi o attività.

Nello specifico, per quanto riguarda il dominio della comunicazione sociale e interazione sociale, la persona con autismo può manifestare difficoltà persistenti nella reciprocità socio-emotiva, nel sostenere una normale conversazione, nella condivisione di interessi, emozioni o affetti e nell’attivare interazioni sociali.
 Possono anche presentare anomalie nel contatto oculare, nel linguaggio del corpo, nella comprensione e nell'uso della comunicazione non verbale, oltre a una mancanza di espressioni facciali o gesti coordinati con la comunicazione. Inoltre, possono avere difficoltà ad adattarsi a contesti sociali diversi, a fare amicizie e a mostrare interesse per le relazioni sociali, dimostrando incapacità di condividere giochi simbolici o di immaginazione.

Per quanto riguarda i bambini che rimangono non verbali e quelli che sviluppano tardivamente il linguaggio, le ricerche recenti non hanno ancora evidenziato dei fattori specifici che li distinguano, ma l’intervento educativo, soprattutto si messo in atto precocemente, gioca un ruolo determinante (Vivanti, 2021, p.108).

Pertanto, i bisogni universali di autonomia, competenza e relazione richiedono che la comunicazione per le persone con autismo venga promossa fin dai primi giorni della diagnosi, privilegiando, in particolare, la rappresentazione visiva. In questo modo, queste persone possono sviluppare la loro autonomia nell’esprimere preferenze diverse per modalità e tempi di comunicazione.

Inoltre, attraverso forme di comunicazione personalizzate, insegnate con strategie specifiche e l’uso, se necessario, di tecnologie assistive, possono percepire e interiorizzare il senso di competenza – saper fare, saper comunicare – e trovare un proprio spazio di connessione e comprensione reciproca, anche con il coinvolgimento dei pari, una meravigliosa risorsa di motivazione e stimolo di apprendimento.

La comunicazione è dunque un bene prezioso per ogni persona, fondamentale per aspirare al benessere. Questo è particolarmente vero per coloro che, a causa delle loro caratteristiche, sono più vulnerabili nell’espressione e nella connessione con il mondo che li circonda.

Il ruolo degli Sportelli Autismo nel supporto alla comunicazione

La comunicazione è un aspetto fondamentale per lo sviluppo di ogni individuo, ma per le persone nello spettro autistico può rappresentare una sfida significativa. L’intervento precoce, condiviso e coordinato di un bambino nella primissima infanzia, e successivamente di un allievo con autismo, può essere maggiormente supportato se le famiglie e le scuole, già a partire dalla scuola dell’infanzia, fanno riferimento ai servizi di supporto scolastico presenti nel proprio territorio.

autismo_comunicaziBambino con zaino seduto su un muretto, guarda in lontananza con un'espressione pensierosa.one3.webp__PID:933fdad8-b90c-49af-b8d4-6f50032f19ac

Gli Sportelli Autismo (SpA) del Veneto, in collaborazione con i dirigenti e i docenti delle Scuole in Ospedale (SiO), stanno portando avanti dall’anno scolastico 2023/2024 un progetto innovativo per sostenere i bambini e gli allievi con autismo e le loro famiglie, ma anche con altre difficoltà o patologie, creando ambienti di didattica inclusiva e attenti alle loro necessità sia in contesto scolastico che in caso di ospedalizzazione.

Lo Sportello Autismo è un servizio di supporto organizzativo, educativo e didattico rivolto alle scuole che accolgono allievi con disturbi nello spettro autistico e ne richiedono l’intervento. Nato a livello sperimentale nella provincia di Vicenza nel 2007 e riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione (MIUR, DM 453 del 2015), lo Sportello autismo presenta diverse forme di coordinamento regionale e nazionale, culminate nel 2016 con la creazione del gruppo di libera aggregazione Sportelli Autismo Italia. . In particolare, gli Sportello Autismo del Veneto, uno per ciascuna delle sette province della regione, sono in rete ufficialmente dal 14 marzo 2024.

 Negli Sportello Autismo operano docenti con esperienze specifiche pregresse e in costante formazione, che offrono alla loro comunità attività di supporto organizzativo, educativo e didattico, formazione, osservazione del contesto inclusivo, colloqui orientativi con le famiglie, collaborazioni con servizi sanitari e associazioni familiari del territorio, promozione e partecipazione a/di giornate di divulgazione e una pagina web dedicata.

Questi interventi mirano a migliorare l'autismo e la comunicazione, promuovendo un ambiente inclusivo per il benessere degli studenti e delle loro famiglie.

La Scuola in Ospedale (SiO)

La Scuola in Ospedale (SiO) è un servizio educativo offerto dal Ministero dell’Istruzione e de Merito agli allievi, e alle loro famiglie, che, a causa di lunghe degenze ospedaliere, non possono frequentare la scuola di accoglienza.
Questo servizio permette agli allievi di continuare il loro percorso di istruzione nonostante la malattia, grazie alla presenza di insegnanti dedicati all'interno delle strutture ospedaliere. La SiO garantisce la continuità didattica e il diritto all'istruzione, facilitando il reinserimento scolastico una volta terminato il periodo di cura. A questo link è possibile approfondire le opportunità offerte.

Il Progetto “La scuola parlante”. Innovazione nella comunicazione scolastica

Bambino in classe con le mani sulle orecchie, esprimendo disagio sensoriale, mentre altri bambini sono seduti ai tavoli sullo sfondo.

Le strategie per favorire la comunicazione condivise dagli Sportello Autismo con le famiglie e gli stakeholder coinvolti in progetti rivolti ad allievi con autismo valorizzano il supporto visivo in tutte le sue forme. I

n particolare, la Comunicazione Alternativa Aumentativa (CAA) è una tecnica che mira a rendere la comunicazione più comprensibile e meno astratta attraverso l’uso di oggetti, immagini (foto, disegni, simboli), parole scritte, oltre al video modeling, che può rappresentare un’efficace opportunità per acquisire comportamenti comunicativi e sociali (Cottini, D’Agostini, Emili, Munaro, Pascoletti, 2023; D’Agostini e Munaro, in stampa settembre 2024).

La CAA è una modalità di intervento che supporta forme di comunicazione alternative, definite ad hoc in base alle caratteristiche e ai bisogni degli allievi, utili per sostenere e sviluppare la comunicazione funzionale e pragmatica. Questa tecnica non è rivolta solo ai bambini e allievi con autismo, ma, grazie alla sua forza come interfaccia comunicativa, è utile anche per chi presenta difficoltà, disabilità, o per chi è incluso per la prima volta in un nuovo contesto geografico scolastico, o ha necessità di cure o ricoveri ospedalieri.

Il Progetto “La scuola parlante”, promosso dagli Sportelli Autismo del Veneto in collaborazione con le Scuole in Ospedale del Veneto, incarna queste indicazioni ed è finalizzato a migliorare il benessere degli alunni-pazienti che, per vari motivi, hanno competenze linguistiche ridotte (con disabilità, stranieri, bambini piccoli, …) attraverso la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) e alcuni semplici suggerimenti per la strutturazione visiva degli spazi di gioco e di studio in ospedale.

Il Progetto, che ha conosciuto una prima applicazione presso le sezioni ospedaliere delle Scuole in Ospedale di Venezia (Ospedale dell’Angelo a.s. 2022/2023) e di Belluno (Ospedale San Martino – aa.ss. 2022/2024), si distingue per l’elevato livello di adattamento alla specificità del contesto.

Le finalità del progetto sono: favorire la comunicazione con i piccoli pazienti per migliorare la compliance nell’accoglienza e nelle cure; mantenere viva la partecipazione attiva, la consapevolezza di sé, l’autostima e l’autodeterminazione; creare occasioni per lo sviluppo delle competenze comunicative e narrative, anche al fine di esprimere i vissuti relativi all’esperienza di ospedalizzazione; supportare la strutturazione visiva degli spazi, dei tempi e delle procedure mediche per prevenire problemi comportamentali dovuti a difficoltà di comunicazione; costruire una comunità dentro e fuori l’ospedale, sensibile e preparata rispetto a esigenze comunicative diverse; condividere a livello territoriale le buone prassi costruite dai docenti operatori degli Sportelli Autismo e dai docenti della Scuola in Ospedale per migliorare l’inclusione e l’accompagnamento degli allievi-pazienti del territorio.

Le azioni già effettuate all’interno del Progetto includono: l’attivazione di relazioni tra i dirigenti scolastici e i docenti operatori delle scuole sedi di SpA e di SiO del Veneto che partecipano al progetto; il coinvolgimento delle aziende sanitarie del territorio; la formazione a tutti i docenti SiO e dei docenti operatori degli SpA a livello regionale sui disturbi dello spettro autistico e sulla CAA; l’autoformazione e la condivisione territoriale delle buone prassi tra i docenti operatori degli SpA e i docenti delle SiO; la creazione di una repository regionale di materiali per i docenti delle SiO e i docenti operatori degli SpA del Veneto aderenti alla rete.

Per il prossimo anno scolastico, sono previste azioni utili per la continuazione del Progetto, tra cui la strutturazione degli spazi, dei tempi, della comunicazione, delle attività in relazione alle procedure mediche all’interno delle SiO; la creazione di materiali a livello territoriale da condividere nella repository regionale per sostenere e facilitare un linguaggio operativo comune; la diffusione delle conoscenze acquisite e la sensibilizzazione della comunità rispetto alle potenzialità della CAA con attenzione particolare ai disturbi dello spettro autistico.

Il progetto “La scuola parlante”, ancora in fase sperimentale, per le sue peculiarità, potrebbe essere di ispirazione per altre regioni o contesti, nell’ottica della co-costruzione e del confronto. La collaborazione tra scuole, Scuole in Ospedale, Famiglie e Sportelli Autismo, rappresenta un’opportunità fondamentale per creare un ambiente educativo inclusivo, anche in situazioni stressanti di malattia o ricovero di bambini, allievi e adulti con autismo o altre necessità.

Per informazioni, è possibile contattare la Dirigente Scolastica, Dr.ssa Zelda Ferrarese, dell’Istituto Comprensivo “Carlo Ridolfi” di Lonigo (VI), Scuola Polo Inclusione territoriale e capofila regionale, sede dello Sportello Autismo e del Servizio Disturbi Comportamento di Vicenza, promotrice e coordinatrice del progetto “La scuola parlante”: z.ferrarese@iclonigo.eu .

Verso una Comunicazione Inclusiva

Garantire il diritto alla comunicazione per le persone con autismo è essenziale per promuovere la loro inclusione sociale ed educativa. Iniziative come gli Sportelli Autismo del Veneto e il progetto "La Scuola Parlante" dimostrano come approcci mirati e innovativi possano migliorare significativamente le competenze comunicative e il benessere degli alunni con autismo. Investire in soluzioni efficaci e accessibili per "autismo e comunicazione" significa costruire una società più inclusiva, in cui ogni individuo ha l'opportunità di esprimersi e di essere ascoltato.

Articolo a cura di Claudia Munaro

Dottore in tecniche psicologiche, Insegnante specializzata per le attività di sostegno alla secondaria di I grado e Referente Inclusione dell’Ambito VIII Territoriale di Vicenza dell’U.S.R. per il Veneto. Membro del Comitato Paritetico del Ministero dell’Istruzione finalizzato anche alla promozione e sviluppo degli Sportelli Autismo nelle province d’Italia, fondatrice del gruppo nazionale Sportelli Autismo Italia, è docente a contratto per le Università di Padova e di Verona e ha all’attivo collaborazioni con le Università di Udine e di Urbino.

Bibliografia - sitografia

  • Chomsky, N. (1976). Reflections on language. Londra: Temple Smith. Trad. it: Riflessini sul linguaggio, Torino, Einaudi, 1981.
  • Chomsky, N., Piattelli-Palmarini, M., Salaburu Exteberria, P., Uriagereka, J. (2009). Ok mind and language: a dialogue with Noam Chomsky in the Basque country. Oxford: Oxford University Press.
  • Cottini L., D’Agostini M., Emili A.E., Munaro C., Pascoletti S. (2023). Autismo, video modeling e realtà aumentata. Itinerari inclusivi per un'educazione di qualità, Roma, Carrocci Editore.
  • D’Agostini, M., Munaro, C. (in stampa settembre 2024). Realizzare Video Modeling personalizzati. Tecnologia e didattica facilitatori di apprendimenti, Roma, Editoriale Anicia.
  • Deci, E. L., & Ryan, R. M. (1985). Intrinsic Motivation and Self-Determination in Human Behavior. Springer Science & Business Media.
  • Vivanti, G. (2023, seconda edizione). La mente autistica. Le risposte della ricerca scientifica all’enigma dell’autismo, Firenze, Hogrefe.
  • Ryan, R. M., & Deci, E. L. (2000). Self-determination theory and the facilitation of intrinsic motivation, social development, and well-being. American Psychologist, 55(1), 68–78.
  • Ryan, R. M., & Deci, E. L. (2017). Self-Determination Theory: Basic Psychological Needs in Motivation, Development, and Wellness. Guilford Publications.
  • Organizzazione Nazioni Unite (2006), La convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità
  • APA – American Psychiatric Association (2014), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Raffaello Cortina, Milano (ed. or. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: 5th Edition, American Psychiatric Publishing, Arlington, vi, 2013).